Per quanto riguarda le ICOOP 2015, Paolo Iannazzo è il campione nel Pot-Limit Omaha. Il professionista siciliano ha infatti conquistato l’evento più ricco e prestigioso in questa disciplina, il Main Event, e lo ha fatto sconfiggendo la concorrenza di 387 avversari, tra i quali comparivano alcuni dei giocatori italiani più esperti con le quattro carte in mano. Il suo successo nel PLO non è arrivato per caso: “aceandajoker” è uno dei regular più preparati del .it sul PLO ed è anche un coach di Pokermagia. Lo abbiamo intervistato per sapere com’è andato il torneo e per scoprire se al giorno d’oggi si può vivere di Pot-Limit Omaha giocando solo sulle poker room italiane.
Ciao Paolo, benvenuto su Assopoker. Incominciamo dal Main Event PLO che hai vinto: com’è andato il torneo?
Ho chiuso il Day 1 in average, poi ho perso subito una brutta mano nel Day 2 e a quel punto sono stato costretto a giocare solo le starting hand “giocabili”, ritrovandomi a lungo sotto average poco prima della bolla. Poi ho vinto un bel piatto con un combodraw contro un top set e sono risalito. Da lì ho avuto modo di fare sempre più chips avendo più manovra di gioco. Quando ci siamo trovati a tre tavoli left, io ero con gli altri primi cinque nel chipcount, mentre negli altri due tavoli c’erano solo gli short. A quel punto tutto si è ridotto a una sfida a chi era più duro ![😀]()
Ho vinto un 60-40 contro il secondo in chips e mi sono presentato al final table da chipleader con circa il 50% delle chips in gioco. Al tavolo finale ho fatto molta pressione, ho rubato tantissimi bui, ho spinto molto postflop e ho fatto un paio di push al river da vuoto sapendo di avere buone possibilità di farli foldare. Con quello stack, se giochi benino diventa tutto abbastanza facile, soprattutto a quel tavolo finale. “aldinopro” (poi 4°) è stato l’unico che ha provato a combattere la mia aggressività ma gli ho piazzato qualche 3-bet e 4-bet che possiamo definire “educative“. Sono riuscito a limitarlo ed è stato un bene, perché sicuramente tra i finalisti era lui l’uomo da battere.
Ho provato a fare un deal a tre left ma solo per sapere cosa rispondevano i miei avversari e capire se erano scared. In ogni caso, avrei accettato il deal soltanto se fosse stato veramente favorevole per me, anche perché il torneo era giocabilissimo e sentivo di avere edge su tutti. In heads-up con “Ridiculeee” abbiamo provato a discutere il deal ma alla fine, per regolamento, era obbligatorio lasciare 2.000€ al vincitore, quindi abbiamo deciso di giocare. Io partivo in vantaggio in chips e dopo una trentina di mani ho vinto.
A chi dedichi questo bel successo?
Dedico questo braccialetto in primis a me stesso, perché quando ho deciso di imparare il PLO ho rinunciato ai soldi che avrei fatto nel NLH e ho pagato molto caro la transizione. Poi ai miei amici Michele Cacciabaudo, Fabio Albamonte e Loris Culotta che mi hanno seguito e supportato durante il final table.
Cosa intendi quando dici che hai pagato molto caro la transizione? Ti va di raccontarci la tua storia pokeristica?
Il poker è il mio lavoro da diversi anni. Fino al 2012 giocavo principalmente il No-Limit Hold’em cash game ma poi, guardandomi intorno, mi sono reso conto che il field era sempre più difficile e che c’erano sempre più reg. A quel punto ho iniziato a giocare il PLO pensando di fare un investimento: per me è questo il gioco del futuro. Tuttavia, questo investimento mi è costato molto: nel primo anno ho perso tutto il profitto accumulato con il NLH nell’anno precedente. Grazie alla rakeback ho fatto breakeven, ma comunque ho pagato caro questa transizione.
![Una sessione di Paolo su Ongame]()
Una sessione di Paolo su Ongame. Quando il traffico scarseggia c’è anche tempo per scherzare un po’ in chat…
Dopo essere passato al PLO, ho giocato per un anno e mezzo soltanto questa variante, sempre cash game 6max. Giocavo quasi esclusivamente su Ongame, perché c’era molto traffico e riuscivo ad aprire 4-5 tavoli, che secondo me, in questa disciplina, rappresenano il numero massimo per tablare. Su Ongame i blinds erano doppi (2€/2€, 3€/3€ e così via) e all’epoca giocavo tutto quello che partiva dal PLO 100€ fino al 500€, ovviamente anche in base agli avversari.
Ora riesci a vivere soltanto grazie al PLO?
Vivere di PLO sul .it si può fare quasi esclusivamente su Pokerstars.it, massando e possibilmente facendo Supernova Elite. Devi comunque studiarlo tantissimo e conoscere alla perfezione tutti i reg, perché dal PLO 100€ in su sono sempre i soliti a giocare. Se non riesci a exploitare i reg non puoi vincere, considerando il traffico molto inferiore rispetto al NLH. Devo dire che vedo moltissimi leak in quasi tutti i reg di PLO. Dal mio punto di vista, oltre a me, ci sono 5-6 reg davvero bravi, tra cui cito Jackson Genovesi, Andrea Carini e Roberto Lombardi. Sul .it, comunque, non ci sono fenomeni del PLO, tutti hanno leak più o meno grossi.
So che prediligi la qualità del gioco al volume, ma hai detto che per molti è necessario fare Supernova Elite per continuare la carriera di poker pro nel PLO. Come cambierà lo scenario dopo le novità al Vip System introdotte da Pokerstars?
Precisiamo che fino all’anno scorso si poteva vivere con il PLO anche su Ongame, perché il field era molto soft e, a parte qualche reg bravino, ce n’erano diversi davvero scarsi. L’alternativa ora è soltanto Pokerstars.it, anche se dal 2016 la rakeback sarà molto più bassa e tutto diventerà estremamente difficile. Tuttavia, non posso dire che sarà impossibile, perché secondo me questi cambiamenti sono fatti per portare molti più fish ai tavoli, quindi il field potrebbe diventare decisamente più soft, considerando anche che magari qualche reg attualmente Supernova Elite potrebbe dedicarsi ad altro.
Che numeri può tenere un top reg del PLO sul .it?
Sugli altri reg non posso aiutarti: so che molti hanno vinto bene in passato e che altri, invece, da un paio di anni tirano avanti solo grazie alla rakeback. Conosco qualche numero di Roberto “robazzo” Lombardi ma ovviamente non posso dirlo. Personalmente non mi va di dire quanto ho guadagnato nello specifico, ma posso affermare che nel 2015, non giocando moltissimo, sto tenendo 20bb/100 solo nel PLO 6max (grazie soprattutto a quanto ho vinto sulle poker room extra-Pokerstars). Sono ovviamente numeri che non si possono replicare nel No-Limit Hold’em.
Cosa pensi degli heads-up sit&go di PLO?
Li ho provati e mi sono sembrati molto EV+, però l’heads-up non è il mio gioco. Dovrei investire molto tempo per diventare competitivo.
![paolo-iannazzo]()
Perché credi che il PLO sia il gioco del futuro?
Nel Pot-Limit Omaha vedo il gioco del futuro soprattutto perché piace molto di più ai giocatori amatoriali, che sono più inclini a capirne le dinamiche e si divertono di più. Nel NLH non puoi giocare tutte le mani, spesso passi ore a foldare tutto, mentre nel PLO le mani giocabili sono praticamente il doppio. È una variante che dà più adrenalina ed è meno noiosa, per questo gli occasionali la amano: non devi stare sempre a foldare, ma puoi entrare in gioco con una frequenza molto più alta.
Pensi che per giocare contro player occasionali sia meglio il PLO o il NLH?
Dal mio punto di vista di professionista, alla lunga è molto meglio il PLO per giocare contro gli occasionali, mentre sul breve periodo è meglio l’Hold’em. Questo perché nell’Hold’em, quando il fish va all-in spesso lo fa al 10 o al 20%, che sia preflop oppure postflop. Nel PLO invece è tutta un’altra storia: se un occasionale va rotto preflop, è sempre certo di essere almeno al 30%, ma spesso e volentieri sta al 40%. Quando va all-in postflop, è quasi sempre tra il 25 e il 40%. Se pensiamo che gli occasionali non giocano tante mani, ci si rende conto che sul breve periodo nel PLO è difficile far valere il proprio edge sull’equity. Sul lungo periodo, invece, essendo un gioco che va studiato molto in profondità, la superiorità tecnica viene fuori in maniera netta.
Sei anche un coach di Pokermagia: ti va di dare qualche consiglio per i nostri lettori che vogliono approcciarsi al Pot Limit Omaha?
Innanzitutto consiglio vivamente di fare tantissima analisi post sessione e soprattutto riguardare le odds delle varie mani, perché a differenza del NLH, dove puoi memorizzare facilmente le percentuali di showdown nella maggior parte degli spot, nel PLO gli scenari sono svariati e molteplici come lo è il range di oppo.
Ad esempio su un flop **c4* **c5* **p6* in 3-way, quando noi siamo nuts senza protezioni (blockers) sulle scale ed i colori, se ci troviamo di fronte a due mani come **p9* **p8* **c6* **f6* e **ca* **fa* **c7* **p4* siamo solo al 25%. Per questo motivo, mentre nel NLH dopo una bet e un call la mossa più giusta è l’all-in 0 comunque una 3-bet, qui ha molto più senso pot-controllare e leadare turn su una blank, dove le metteremo al 50% piuttosto che al 25%.
Bisogna anche cercare di giocare il maggior numero di mani possibili in posizione, perché se nel NLH la posizione è importante, nel PLO è FONDAMENTALE: sono troppi gli scenari dove ci troveremo a non poter pot controllare fuori posizione e saremo spesso costretti a giocare un po’ al buio. Viceversa, quando siamo in posizione, il range che possiamo rappresentare è molto più vario rispetto al NLH.
Consiglio vivamente di fare molta attenzione anche al bankroll: io triplicherei quello investito nel NLH, sia perché la varianza è decisamente maggiore (io ho swingato 25.000€ in un mese giocando al PLO 1€/2€!) sia perchè è un gioco molto più tecnico rispetto al NLH. C’è tanto da imparare e la strada più semplice e veloce è quella di praticarlo, il tutto abbinato ad un buon coaching.
Per il coaching di Paolo contatta Pokermagia a nicola@pokermagia.com
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